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Pantaleo Corvino, Responsabile dell’Area Tecnica del Lecce, è intervenuto a Radio Firenzeviola per parlare dei giallorossi e dei viola.

“Lecce è la Firenze del sud perciò sarà un derby e vi aspetto tutti per l'andata che si terrà qui, il Salento ha un fascino particolare".

Come è andato l'esordio? 

"Siamo tornati in serie A e stiamo facendo un percorso programmato ma non proclamato dalla B, abbiamo gettato delle fondamenta forti. La prima squadra è tornata in serie A così come la Primavera nel campionato 1 e stiamo facendo quello che il nostro portafoglio ci permette".

Quanto le manca Firenze? 

“Ci sono stato dal 2005 fino al 2019 e sono tanti anni, esclusa la parentesi di Bologna. Ci ho messo passione, cuore e amore e ancora mi porto dentro quello che ho dato e quello che mi è stato dato. Ho ancora mia figlia lì e sapendo che è a Firenze sono tranquillo”. 

Come è stato l'addio alla Fiorentina? 

"Dovetti andare via dopo la vittoria con l'Udinese nel primo ciclo per via di mia madre che entrava in coma. Quando è arrivato Commisso era giusto che lasciassi. Io ho vissuto con la famiglia Della Valle che mi ha accompagnato tanti anni nella Fiorentina e rimanere nella stessa città e società con un'altra proprietà non mi sembrava opportuno anche se avevo ancora tre anni di contratto. Ed ho preferito lasciare io e non essere mandato via, non mi sembrava giusto".

Che Fiorentina vede ora? 

“La Fiorentina sta facendo il suo percorso da tre anni. Dopo la turbolenza iniziale c'è sempre la calma, figlia di un proprio percorso e di un proprio metodo di lavoro che l'ha portata alla situazione attuale”.

Pensa che Jovic sia un acquisto giusto? 

"Mi ero già espresso in base alla storia del ragazzo che è una storia straordinaria. Nell'Entracht aveva fatto bene mettendo in luce la sua corsa dirompente, la capacità di la finalizzare e tante altre qualità e per questo lo prese il Real a tanti milioni. Quando uno ha queste qualità come possono venire meno per un anno o due meno buoni? si tratta solo di dargli fiducia e fargli un'niezione di entusiasmo e lui ripagherà sicuramente". 

Che effetto le fa il rinnovo di Milenkovic? 

"Mi fa piacere perché ha iniziato il suo percorso allo stato di potenziale con noi ed ora quelle potenzialità sono diventate qualità conclamate, già dopo due -tre anni in realtà, e tenerlo è un grande segnale del club, dimostra la credibilità del club verso il ragazzo e l'attaccamento di quest'ultimo alla maglia".

Tanti i suoi giocatori lasciati alla Fiorentina scovati in campionati meno conosciuti... 

"Io penso che la qualità va trovata dove sta e non ha età, scegliere il meglio con tanti milioni è più facile, ma quando devi scegliere con poco non lo è. Io ho comprato pochi giocatori per oltre 10 milioni, Vargas, Gilardino, Mutu e da ultimo Simeone poi ho rischiato sulla qualità. Quanto ho Vlahovic? 1.5 con Milenkovic 4, presi insieme. Ma non parliamo di plusvalenze, le analisi provo disagio a farle, non devo farle io. Non siamo divini, facciamo anche errori e chi fa analisi deve mettere sul piatto tutto". 

La Champions è un obiettivo viola? 

“Quest'anno diciamo che siamo alla prima giornata e non si possono dare anche previsioni, ogni squadra ha certezze e ombre. Ma ci sono club che sono nati per gioire e quelli che devono soffrire. Il Lecce è tra i club che devono soffrire, la Fiorentina tra quelli che devono gioire ma solo il campo lo dirà. Da settima ha lavorato per migliorare quel posto ma lo hanno fatto anche le altre perciò non si può dire adesso”.

Meritata l'Europa? 

"Da settimi in Europa mi fa pensare che i due anni precedenti miei siamo arrivati ottavi e sembravamo aver fallito. Ma mi fa piacere che i viola ora siano in Europa ed è giusto che un club quando lotta fino in fondo e arriva settima o ottava debba avere i giusti meriti. La Fiorentina ha lavorato per arrivare a quel punto ed è stata brava". 

Viola Park? 

"Credo che il calcio italiano abbia bisogno di proprietà che oltre ad un percorso di crescita tecnica abbiano una visione sulle strutture e sul management. Il patrimonio tecnico deve esprimersi al meglio grazie anche a strutture adeguate, oltre ad un management che sta scomparendo e sono due aspetti che servono al calcio italiano. La Fiorentina per fortuna sta mettendo in atto la strategia delle strutture e va lodata perché vuole mettere il suo patrimonio tecnico in condizione di fare bene e crescere mettendo a disposizione strutture adeguate".

 

 

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