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È andata in scena lo scorso mercoledì in quel di Bressanone l'amichevole internazionale tra Lecce e Bochum, terminata col punteggio di 2-3.
All'impianto sportivo erano presenti numerosi sostenitori, sia dei giallorossi sia della formazione tedesca, ed i loro calore non è passato inosservato a chi ha assistito alla partita dal divano di casa grazie alla diretta di Sportitalia.

Riceviamo e pubblichiamo un messaggio di Alessio, tifoso salentino residente al nord e presente sugli spalti, protagonista di un episodio spiacevole in seguito al match.

“Ho assistito con piacere all'amichevole tra Lecce e Bochum in quel di Bressanone in compagnia di un mio amico, anche lui tifoso del Lecce. Già allo stadio i tifosi del Bochum non si sono risparmiati provocando in maniera, a mio giudizio, eccessiva per un’amichevole. Mi sono quindi diretto alla stazione per tornare nella città in cui mi trovo causa studio; salendo la scalinata che porta al binario ci imbattiamo in un folto gruppo di tifosi tedeschi (una trentina) e finite le scale non passano neanche dieci secondi che subito, io ed il mio amico, veniamo avvicinati da alcuni di questi tifosi. L'approccio è moderato in realtà, qualche parola in tedesco contro il Lecce, ma nonostante questo io in quel momento ho riso parecchio, in quanto parliamo di un gruppetto di tifosi tedeschi (ovviamente ubriachi) che non ha la minima idea di dove si trovi Lecce. 

Non essendo io una persona irritabile, inizio a parlare con questi tifosi magari per farmi due risate sulle diverse cose (vi garantisco non ascrivibili al maggior grado di sviluppo della civiltà umana) che dicevano. Litigare con me provocandomi è impossibile, è per questo che per un quarto d'ora (in attesa del treno) si chiacchera e si scherza. Nel momento in cui arriva il treno, accingendomi a salire sento uno di loro che, alle spalle, tira via la sciarpa dalle mie tasche. Girandomi di scatto riesco anche a contendergliela ma ormai era più sua che mia. Considerato che in quel momento avrei potuto perdere il treno e che nulla di buono sarebbe potuto succedere in quella circostanza, allargo le braccia e provo a comunicare il mio disappunto anche chiedendo cosa mai se ne sarebbe potuto fare; così mi fanno segno di andare via, prendo il treno e lascio la mia sciarpa nelle sue mani. 

La mia sciarpa (che avevo portato da giù) è storica perchè, oltre alle tante partite al Via del mare, l'ho portata con me quando sono andato via di casa 4 anni fa. Appesa nella mia stanza a scopo ornamentale, mi ha accompagnato anche nelle numerose trasferte che in questi anni sono riuscito a fare: Verona, Brescia, Venezia, Torino, Milano, Bergamo, Firenze, Ferrara, Cittadella, ancora Brescia, Parma e Vicenza, tanti successi e tanta strada insieme. 

Potevano togliermela nel lasso di tempo in cui attendevo il treno, invece hanno meschinamente scelto di farlo nel momento in cui non potevo che prenderlo; potevano provare a sottrarmela sotto il naso, ma hanno preferito farlo alle spalle, sempre in forza del branco e mai del proprio valore individuale. Nel mondo ultras esistono tante dinamiche (molte non le conosco), ma alcuni gesti si classificano anche per come vengono posti in essere, e nella fattispecie non credo che questo ne facesse parte.

Vanno via le sciarpe, vanno via i giocatori... resta il Lecce! Quello è un bene materiale per natura passeggero, noi tifosi viviamo di spirito.”

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