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Ricordiamo il momento esatto in cui Irrati, arbitro di Lecce-Venezia, ha fischiato la fine della semifinale di ritorno playoff tra giallorossi e lagunari. Marco Mancosu qualche minuto prima aveva tirato alle stelle il calcio di rigore che sarebbe valso il passaggio del turno, sprecando di fatto una grande occasione, dopo una partita rimessa in piedi da Lucioni e compagni. 

Ricordiamo anche le lacrime dell'allora capitano dei salentini, il silenzio assordante del Via Del Mare, vuoto a causa della pandemia, e la tristezza che ha avvolto i nostri cuori, anche perchè la storia di Mancosu avrebbe meritato un lieto fine ed invece sappiamo tutti come è andata a finire.

In quel momento ci sembrava che il calcio a Lecce fosse finito. Si parlava di ridimensionamento, si parlava di addio per tanti idoli della tifoseria salentina, ormai a fine ciclo con la maglia giallorossa, eppure poi oggi, a quasi un anno di distanza da quel giorno, tutto ci pare surreale.

Sembra quasi che quel rigore sia servito, sia stato addirittura fondamentale per la promozione di quest'anno. Un paradosso insomma, ma forse è andata davvero così.

Senza quell'errore il Lecce sarebbe andato in finale e probabilmente in Serie A, sebbene sulla sua strada avrebbe poi incontrato la bestia nera Cittadella. Molti calciatori forse sarebbe rimasti, la società avrebbe avuto maggiore riconoscenza nei loro confronti ad obiettivo raggiunto e la politica di ringiovanimento della rosa, seppur già attuata, avrebbe potuto subire una frenata, che invece per fortuna non c'è stata.

Il Lecce ha abbassato il monte ingaggi, ha acquistato altri giovani interessanti e costruito una rosa all'altezza del campionato cadetto, senza primedonne o malpancisti che lo scorso anno, in un modo o nell'altro, hanno condizionato l'andamento del torneo. 

La promozione di quest'anno è differente perchè arriva grazie ad un gruppo di giocatori unito, con quasi tutti elementi di proprietà e tanti giovani da lanciare anche nella massima serie. 

Ora il Lecce è pronto a dimenticare il passato, i rigori e le delusioni. Ad attenderlo c'è la Serie A, una categoria che il popolo salentino vuole giocare da protagonista insieme ai suoi ragazzi. 

 

 

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